Mario Palermo Cerrone dice la sua: “Il Superbonus? Così strutturato rischia di essere inutile”

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L’argomento Superbonus ha aperto un acceso dibattito attorno a sé fin dalla sua nascita. A dare il suo parere sulla faccenda c’è anche Mario Palermo Cerrone, consulente aziendale e amministratore unico di RCS (Ricerca Consulenza e Sviluppo). Il dott. 

Cerrone si è interessato della questione Superbonus fin da subito e ha quindi potuto farsi un’idea precisa, motivo per cui volevamo avere la sua opinione in merito. 

Mario Palermo Cerrone, eccoci qua. Grazie per aver accettato la nostra intervista. Cominciamo dalle basi. Cos’è questo Superbonus di cui si parla tanto?

Ciao, grazie a voi. Dunque, il discorso è molto semplice in realtà. Il Superbonus è una misura di incentivazione nel settore edilizio. 

Più precisamente, è una soluzione rivolta a offrire un credito di imposta che renda nullo il costo previsto per l’adeguamento degli edifici da un punto di vista sismico ed energetico. 

Chiarissimo. Be’, sembra una soluzione niente male. 

Hai usato la parola giusta: “sembra”. La soluzione in sé non ha nulla di male. L’idea che c’è alle spalle è incredibilmente positiva e lodevole. Sulle modalità di applicazione, invece, in molti la vedono diversamente. 

E tra questi “molti” c’è anche Mario Palermo Cerrone?

(ride) C’è anche Mario Palermo Cerrone. 

E quindi cosa ne pensa Mario Palermo Cerrone del Superbonus? 

Però magari parlo in prima persona (ride). Penso che non è un caso se nel Decreto Semplificazioni in discussione alla Camera si sta pensando di rivedere un attimo questa soluzione, soprattutto per quanto riguarda i tempi di applicazione e le dinamiche. 

Vuoi spiegarcelo un po’ meglio?

Assolutamente. Per quanto riguarda i tempi, devi considerare che le tempistiche di un cantiere edile viaggiano intorno ai sei mesi di media. 

Con i tempi previsti da questa misura, così stretti, nessuna azienda edilizia avrebbe mai il tempo di programmare la lavorazione. 

Il problema è fondamentalmente uno e soltanto uno: la burocrazia dello Stato italiano. 

Qual è il parere di Mario Palermo Cerrone in merito alla burocrazia?

Che non tiene conto della realtà. È come se ragionasse standosene su un altro pianeta, definendo termini difficilmente realizzabili sul nostro. 

Puoi farci un esempio concreto del perché la burocrazia è un problema per il Superbonus?

Certo. La legge prevede dei casi in cui il Superbonus non può essere erogato. Uno di questi consiste nel fatto che non può essere dato a un palazzo che abbia avuto al suo interno un abuso, di qualsiasi entità. 

L’unico modo per sbloccare l’erogazione del Superbonus per qual palazzo è che l’illecito in questione venga sanato con un condono. 

Qual è il problema? Che in Italia esiste una quantità enorme di pratiche di condono inevase, che possono risalire addirittura agli anni ’80. 

Quindi se un cittadino ha fatto tutto quello che doveva, tra richiesta, documenti e tutto il resto, può vedersi comunque negato il Superbonus perché si trova in un edificio con un illecito non pagato, magari 25 anni prima. 

Ed è l’unico intoppo riscontrato nell’esperienza professionale di Mario Palermo Cerrone?

Magari. Fossi solo Mario Palermo Cerrone cittadino, avrei la fortuna – se così possiamo chiamarla – di vedere il problema a distanza. Ma visto che sono Mario Palermo Cerrone, un professionista che si occupa proprio di questo, diciamo che ne ho viste tante. 

E anche per questo abbiamo voluto proprio Mario Palermo Cerrone qui con noi. 

(ride) Mi sembra giusto. 

E quindi qual è la percentuale di successo per le pratiche del Superbonus?

Sulla base della mia esperienza ti posso dire che solo una pratica su sei riesce ad andare a termine senza che ci siano ostacoli di sorta. Un altro problema è anche, per esempio, nell’interpretazione che si dà a questa nuova soluzione. 

Perché l’interpretazione del Superbonus è così complicata? 

Data l’enorme complessità del problema, sul Superbonus sono stati parecchi gli interventi. Tra Tribunali vari, Agenzia delle Entrate ed altri, la norma madre ha ricevuto parecchie rivisitazioni, note e quant’altro che l’hanno resa ancora più complessa.

Proprio perché non tutti la pensano allo stesso modo e agiscono in direzioni spesso opposte. Quindi adesso è suscettibile di diverse interpretazioni su diversi punti. 

Parlando di altri problemi, poi, c’è quello dell’eccesso di richiesta. Se consideriamo il patrimonio edilizio dell’Italia, viene facile rendersi conto che anche la quantità di richieste è eccessivamente elevata da poter essere gestita  – con il poco personale a disposizione – entro il 2023. 

E quello è l’anno in cui è prevista la scadenza dei benefici del Superbonus. 

Quindi tempistiche e falle normative. Ma quindi questo Superbonus è un’opportunità oppure no? 

Sia chiaro, io credo che il Superbonus possa essere un’eccezionale opportunità per l’economia del nostro Paese. Ma ha sicuramente bisogno di qualche revisione che la rendano più concreta, con i piedi piantati per terra e lo sguardo su ciò che davvero succede nel mondo reale. 

Il potenziale che ha è immenso. Un adeguamento sismico-energetico degli edifici farebbe fare un balzo nel futuro all’Italia, che potrebbe finalmente tenere il passo con altre realtà internazionali. 

E l’idea di Mario Palermo Cerrone quale sarebbe, in conclusione?

L’idea si divide in due. La prima parte riguarda la semplificazione, soprattutto grazie ai mezzi digitali. In Emilia Romagna lo hanno già fatto con una piattaforma online che raccoglie le pratiche dei richiedenti. 

Creare quindi un unico referente tra richiedenti e istituzioni, un punto di snodo che sfoltisca l’iter assurdo che si deve affrontare ogni volta. Meno lavoro per i dipendenti e meno confusione per chi fa richiesta, che evita così di fare avanti e indietro tra i vari uffici di competenza. 

Spesso perdendosi. 

Spesso perdendosi, esatto. La seconda parte dell’idea sarebbe invece quella che guarda a risolvere il problema che ho citato prima, quello dei cantieri. 

Allungare la durata del bonus in modo che le aziende abbiano il tempo di investire e rientrare nel capitale. In caso contrario, è probabile che in molti rinuncino per non impelagarsi in una situazione rischiosa, in cui i tempi sono così stretti e asfissianti. 

Ma, in sostanza, chi è che trae davvero vantaggio da questo Superbonus?

La risposta più distaccata e malpensante è “le banche”. Sono loro che mettono in circolo il denaro, che tra l’altro è garantito dallo Stato.

Se invece riusciamo ad immaginare una soluzione meglio strutturata, con gli accorgimenti che ci siamo detti finora, a trarne beneficio sono sia i cittadini che l’intera economia italiana. 

Non è difficile fare due conti e pensare a quanti posti di lavoro si riuscirebbero a guadagnare, senza contare che – come già detto – un Paese rivalutato sul piano sismico ed energetico è un Paese che acquisisce tutta un’altra importanza sul palcoscenico internazionale. 

Ultima domanda prima di salutare Mario Palermo Cerrone. La più scottante, forse. Sulle spalle di chi gravano i rischi legati a questa forma di credito?

Brutto da dirsi, ma sul cittadino in prima battuta. Dico “brutto” perché sappiamo che non rientra nelle sue competenze accertarsi che un lavoro sia stato fatto nel modo in cui avrebbe dovuto. 

Subito dopo la responsabilità cade sui professionisti che si sono occupati del lavoro e le imprese per le quali lo hanno svolto. 

Insomma, questo Superbonus si preannuncia un tema molto acceso. 

(ride) Non lo è già? 

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